di Marino Lizza
A questo punto della campagna elettorale a me paiono evidenti le tre tipologie di concittadini che voteranno Berlusconi (ovvio che c’è dell'altro, ma semplifico). Due di loro sono nel giusto, la terza no.
La prima categoria è quella dei "fedelissimi ideologici". Elettori di destra, che da un ventennio hanno trovato un leader convincente. Persone rispettabili che non voterebbero mai dall'altra parte, che hanno il baricentro della propria esistenza in loro stessi, che non vivono le tensioni del corpo sociale quale pezzo del personale malessere/benessere. Riduzione delle disuguaglianze, universalità nell'osservanza delle regole, pari dignità e opportunità, multiculturalismo, degrado ambientale, sono temi da salotto, talvolta anche appassionanti, ma non entrano in gioco quando c’è da scegliere chi li governa. Costoro erano per definizione già nel 14% pre-ritorno di Berlusconi.
La seconda categoria è quella degli "attenti al portafoglio".
Votano Berlusconi perché da sempre garanzia di tutela dei loro interessi. Gente avveduta, che misura bene i rischi per l'Italia della sua azione di governo, ma che, avendo gran parte della ricchezza all'estero, ne ricava vantaggi che compensano ampiamente i rischi. La Banca d’Italia certifica che il 10% della popolazione detiene il 45,9% delle risorse. Si tratta di centinaia di miliardi di euro, una quota rilevante dei quali sicuri in altri lidi. La priorità di questi elettori è tutelare la rendita di posizione, legittimamente o illegittimamente acquisita. Avere o non avere Scajola, Cosentino, Minetti o Renzo Bossi nelle liste è irrilevante. Anche costoro erano nel 14%.
La terza tipologia è quella dei "sostanzialmente attenti al portafoglio".
Si tratta di elettori che si erano allontanati dal PdL per le ragioni più disparate, ma la gran parte, per come la vedo io, spaventati dallo spread e/o stanchi del grottesco galoppante nella figura di Berlusconi. Pochi mesi di studiato buen retiro e l'abbassamento dello spread hanno ricostituito il terreno fertile per il corteggiamento. Se l'estromissione degli impresentabili aiuta, le promesse sulla restituzione del “maltolto” (vedi IMU) e sul condono li ha convinti, soprattutto perché nel solco di una tradizione. Costoro ritengono che il portafoglio sia più al sicuro con Berlusconi, con buona pace del resto. Per definizione questo elettorato non era nel 14%, poiché voto fluttuante in cerca dell’offerta politica più convincente.
Mentre le prime due categorie di elettori votano giustamente Berlusconi, quale interprete fedele del loro sentire, la terza fa male i propri conti.
Una scelta di convenienza si basa su di un saldo positivo tra dare e avere. Cittadini italiani con interessi e affetti legati a doppio filo ai destini del Paese hanno convenienza perché si inverta il processo di declino della capacità di creare ricchezza, di progressiva disuguaglianza dinamica fra le generazioni, d’impoverimento delle classi medie e di allargamento delle sacche d’indigenza. Bankitalia ci ricorda ancora che la metà degli italiani detiene ormai solo il 9% della ricchezza nazionale. Le mance promesse nei primi cento giorni di governo verrebbero inevitabilmente restituite con gli interessi nel corso della legislatura e oltre. La prosecuzione di una politica di annunci d’interventi azzardati o tecnicamente non fattibili, spesso opposti a quelle dei partner europei (con i quali condividiamo una moneta!) e di negazione dei problemi (da “i ristoranti sono pieni!” a “che ce frega dello spread!”), acuirebbe le difficoltà di tutte le classi sociali (tranne per chi ha i beni al riparo!), in tutte le aree del Paese, e questo non a babbo morto!
Per vincere le elezioni - o generare la paralisi - Berlusconi dovrà recuperare dai 15 ai 20 punti rispetto al 14% iniziale. Saranno così tanti i nostri concittadini che rischiano di fare male i propri conti?
Ci attendono mesi difficili: nel quarto trimestre 2012 Germania e Francia registrano arretramenti del PIL rispettivamente di 0.6% e 0.3%. E’ ora di fare scelte coordinate e serie, che guardino al lungo periodo, non ai sondaggi. Non è più in alcun modo credibile un individuo che in campagna elettorale dichiara da sempre, “datemi il voto, io farò!”. Per poi, una volta al governo, scaricare la responsabilità dei fallimenti su altro: i magistrati, l’Europa, i mercati, gli alleati, i governi precedenti (!), i sindacati, perfino l’opposizione!
Non sono un catastrofista: un altro giro di valzer con il Cavaliere non lascerebbe sul terreno morti e feriti (…in senso letterale!), in fin dei conti c’è sempre tempo per pagare! Il problema è che il conto sale e si salderà con i risparmi degli elettori del 24 e 25 febbraio.