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Speciale Legge di Stabilità -Intervento in Aula del Senatore Giorgio Santini e scheda dell’Ufficio Legislativo Pd del Senat

Intervento in Aula del Senatore Giorgio Santini durante la discussione nella seduta di fiducia del 26 novembre u.s.

Signor Presidente, anch'io intendo parlare di questa legge di stabilità cercando di capire che legge è e può essere, e mi viene in mente proprio questo: è una legge di stabilità in un momento di passaggio, in cui il Paese e quindi anche le sue istituzioni, come il Senato, il Parlamento, sono chiamati ad interpretare il senso di questo passaggio. Veniamo dalla palude, da una crisi durissima che dura ormai da sei anni, che ha ferito profondamente il tessuto sociale, il tessuto civile, le famiglie, l'economia, le comunità di questo Paese. Lo sappiamo perché è successo, non ci torniamo sopra. Sappiamo anche che con la stessa forza dobbiamo saper uscire da questa palude. Dobbiamo riprendere a mettere i piedi su un terreno solido, riprendere a camminare.

A me pare che questa legge di stabilità vada interpretata proprio in questo senso: non può ignorare di essere ancora alle prese con la palude e con i vincoli stretti di un percorso di risanamento che deve continuare, ma provando a camminare. Ho ascoltato il dibattito con molta attenzione e mi chiedo, e in totale buona fede e con spirito costruttivo chiedo ai nostri amici, come pensino che più si esalta il catastrofismo e si sottolinea la gravità della situazione, più è facile immaginare facili ricette, facili risposte che peraltro si guardano bene poi dal fornire. Credo che in totale buona fede e mettendoci a confronto bisogna cominciare a dire come si fa ad uscire da questa palude. Leggendo in questa chiave la legge di stabilità, troviamo, e proviamo a trovare insieme se siamo attenti a guardarli, dei segnali. Segni, certo, non definitivi e esaustivi ma incoraggianti, che parlano alle realtà delle famiglie, delle imprese, del lavoro, delle istituzioni, del disagio sociale che è dentro la palude ed indicano, certamente in modo ancora limitato, quante scelte abbiamo dovuto fare in queste difficili notti per dire che non si poteva avere tutto e che si doveva scegliere dove allocare le poche risorse disponibili perché aiutassero chi aveva più bisogno, perché aiutassero davvero il Paese a riprendere a camminare. Visto in questa chiave credo che il disegno di legge di stabilità (e questo credo sia incontestabile anche agli occhi oggi un po' rabbiosi di chi lo critica in maniera unilaterale) porti dei segni. C'è sicuramente una traccia forte di rilancio della crescita e dello sviluppo, su cui non mi dilungo poiché già altri ne hanno parlato. C'è un forte impegno sugli investimenti, sulla garanzia, sull'innovazione, sulle case, sulle infrastrutture. Tutti segni di uno sviluppo. C'è un primo segnale di riduzione della tassazione per le imprese e per il lavoro. È poco. Certo, è poco, ma non disprezziamolo. A chi serve disprezzarlo? Ad una politica che deve ricostruire la propria credibilità non serve disprezzare se stessa per bassa demagogia interna. Valorizziamo questo percorso teso alla riduzione della tassazione per poterlo continuare nei prossimi anni che abbiamo davanti. Parliamo anche agli enti locali e alle istituzioni che sono - è vero - prigioniere di un Patto di stabilità che rappresenta dei vincoli ma che con questo disegno di legge di stabilità cerchiamo di iniziare ad allentare. Un miliardo è poco? Certo, è poco, ma rappresenta comunque il 25 per cento del Patto di stabilità. L'anno prossimo faremo meglio, se ne saremo capaci, ma non disprezziamo quello che c'è perché c'è e dà la possibilità di cominciare a dire che anche i Comuni riprendono ad investire, riprendono a guardare al loro territorio per contrastare, ad esempio, quel dissesto che tanti lutti, tante tragedie ha provocato e a cui abbiamo cercato di rispondere con i provvedimenti in favore della Sardegna. Abbiamo parlato anche alle famiglie. Lo dico con una certa forza. Ad esempio, non si è messo molto in luce, ma avere previsto nella nuova tassazione sugli immobili una detrazione molto forte perché le famiglie a più basso reddito, con carichi familiari più alti non paghino queste imposte è un modo per dar loro un aiuto concreto per tirare avanti e poter guardare con minor preoccupazione al futuro. Infine, questo non si può negare, abbiamoanche cercato di rivolgere uno sguardo con occhi diversi ad un mondo che di solito viene trascurato: quello che presenta disagi sociali gravi, non autosufficienze, disabilità. Ma vi sono stati piccoli segni anche sulla legge n. 104, sul danno biologico, sull'indennità per chi è morto sul lavoro, per le famiglie, con la capacità di parlare anche alla povertà cominciando a sperimentare un sostegno attivo all'inclusione. Sono segni. Certo sono segni ancora deboli, sono tracce, non sono ancora percorsi forti, però da qui si parte - a mio avviso - per cercare di costruire nella dialettica politica, anche aspra ma senza vie di fuga. Vedete, l'asticella che abbiamo di fronte è molto alta e a nessuno è concesso di fare come quel cavallo che di fronte all'ostacolo alto sceglie di scartare, di andarsene da un'altra parte facendo, appunto, ricorso a facili promesse o altro. Dobbiamo affrontare questo tema, affrontarlo con forza con la certezza che sarà un cammino ancora lungo e difficile, ma con la consapevolezza che è stato intrapreso e che dobbiamo meglio completare - ci auguriamo - anche attraverso il dibattito che si svolgerà presso la Camera dei deputati. A tutti verrà chiesto nel futuro prossimo di continuare a percorrerlo. Ho in mente la spending review avviata perché finalmente fabbisogni e costi standard siano elementi che guidano un Paese che vuole cambiare la propria spesa per qualificarla e per ridurre sprechi e inefficienze, per recuperare risorse da destinare con più forza alla riduzione delle tasse, alla creazione di occupazione, per offrire prospettive ai giovani e speranze per il futuro. È un'asticella alta. Abbiamo dei segnali e tanta strada da percorrere ancora. La possiamo percorrere se crediamo in noi stessi e nella possibilità di cambiare davvero questo Paese. Se faremo questo e riusciremo a fare a meno delle polemiche interne e della litigiosità e della divisione che abbiamo visto in dosi abbondanti nel corso dell'esame di questo disegno di legge di stabilità riusciremo a cambiare il Paese e il livello di una politica che vuole crescere e cambiare.

 

Sintesi della scheda dell’Ufficio Legislativo Pd del Senato

 

 1. Sviluppo e infrastrutture

Gli interventi per lo sviluppo sono stati articolati su tre direttrici di intervento: l'ampliamento degli interventi per il sostegno del sistema produttivo, il rafforzamento delle misure già contenute nel provvedimento, e l'ampliamento degli interventi infrastrutturali, che rappresentano un fondamentale moltiplicatore  per la crescita economica.

Il primo asse di interventi è finalizzato ad affrontare, in particolare, il problema della difficoltà di ottenere credito  (credit crunch) che si sta rilevando di particolare gravità soprattutto per il sistema delle piccole e medie imprese e le famiglie . In tale ambito, la proposta di maggiore impatto riguarda il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti nel sostegno al sistema produttivo ed in particolare nell'operazione di  cartolarizzazione dei crediti delle piccole e medie imprese. L'obiettivo è quello di accelerare i pagamenti e di concludere l'operazione dello smobilizzo dei debiti pregressi della pubblica amministrazione entro il 2014, immettendo nel circuito economico alcune decine di miliardi di euro.  Inoltre, è stato previsto il rilascio della garanzia dello Stato in favore di SACE S.p.A. a copertura delle eventuali perdite eccedenti soglie determinate che si dovessero registrare sul portafoglio rischi per effetto del maggiore sostegno al sistema produttivo. Tali interventi, da soli, sono in grado di riattivare il circuito del credito alle imprese e movimentare alcuni miliardi di maggiori investimenti.

Accanto a queste misure, si segnala il riordino del sistema delle garanzie per l'accesso al credito di famiglie ed imprese, con la creazione del Sistema nazionale di garanzia che ricomprende al proprio interno il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, la sezione speciale di garanzia "Progetti di ricerca e innovazione" del predetto Fondo destinata alla concessione, a titolo oneroso, di garanzie a copertura delle prime perdite su portafogli di un insieme di progetti di ammontare minimo pari a 500 milioni di euro, per la ricerca e l'innovazione industriale,  e il Fondo di garanzia per la prima casa destinato alla concessione di garanzie, a prima richiesta, su mutui ipotecari o su portafogli di mutui ipotecari per l'acquisto, la ristrutturazione e l'accrescimento dell'efficienza energetica di unita immobiliari adibite ad abitazione principale del mutuatario. Le garanzie rilasciate dai fondi del Sistema nazionale di garanzia sono, sono assistiti dalla garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza, secondo criteri,  condizioni e modalità appositamente definiti con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze.

In tale contesto si inseriscono, poi, gli interventi per il rafforzamento del sistema dei Confidi, che ad oggi risultano di numero esiguo e di dimensione ridotta rispetto alle necessità del nostro tessuto imprenditoriale. A tal fine viene istituito un Fondo presso Unioncamere, finalizzato a favorire la patrimonializzazione dei Confidi.

Con riferimento alla seconda direttrice, fra le misure di rafforzamento degli interventi già contenuti nel provvedimento, si segnala l'ampliamento del campo di intervento del Fondo rotativo destinato al sostegno all'export delle imprese, ed in particolare la previsione della riserva fino al  40 per cento delle risorse del Fondo per le imprese del settore agroalimentare che si aggregano per finalità di promozione, sviluppo e consolidamento sui mercati esteri, nonché lo stanziamento di ulteriori 200 milioni di euro per assicurare il sostegno all'esportazione, e in particolare, all'attività di credito all'esportazione. Infine, si segnala il potenziamento degli interventi  finalizzati ad assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo e dell'industria navalmeccanica ad alta tecnologia, nonché il rifinanziamento dei programmi di ricerca e sviluppo delle industrie del settore aeronautico.

Il terzo asse di interventi per la crescita riguarda il rilancio degli investimenti infrastrutturali.

Fra gli interventi per il completamento di opere viarie di interesse nazionale, si segnala l'introduzione di uno stanziamento aggiuntivo di 150 milioni all’Anas per nuove opere con priorità a quelle già definite da protocolli d'intesa  attuativi e conseguenti ad accordi internazionali (tra cui la tangenziale di Vicenza) e la previsione dello stanziamento di risorse pari a 30 milioni per l'anno 2014 e di 100 milioni di euro per l'anno 2015, destinati alla realizzazione della terza corsia della tratta autostradale A4 Quarto d'Altino-Villesse-Gorizia. Si segnala, poi, l'ampliamento degli interventi affidati al Fondo "sblocca cantieri", con una dotazione complessiva pari a 2.069 milioni di euro, di cui 335 milioni di euro per l'anno 2013, 405 milioni di euro per l'anno 2014, 652 milioni di euro per l'anno 2015, 535 milioni di euro per l'anno 2016 e 142 milioni di euro per l'anno 2017, fra i quali rientrano ora anche gli interventi volti al superamento di criticità sulle infrastrutture viarie.

Per la mobilità urbana viene istituito un fondo revoche degli stanziamenti non utilizzati e la destinazione  alla realizzazione di interventi immediatamente cantierabili, con priorità alla tranvia di Padova.

Significative misure sono state adottate anche con riguardo all'autotrasporto, da un lato attraverso il riordino delle funzioni e dei compiti del Comitato centrale per l'albo nazionale degli autotrasportatori e dall'altro attraverso la conferma di consistenti agevolazioni fiscali sul carburante da autotrazione.

A tali importanti interventi, si aggiungeranno per le infrastrutture gli effetti dell’utilizzo del miliardo di euro relativo allo sblocco delle spese in conto capitale dai vincoli del patto di stabilità interno per gli enti locali.

Nel complesso si tratta di interventi che, dato l'elevato effetto moltiplicatore delle spese in conto capitale, dovrebbero garantire, qualora approvate, un sostanziale aiuto alla ripresa economica del Paese e al conseguimento dell'obiettivo dell'1 per cento di crescita.

 

2. Riduzione cuneo fiscale, lavoro e imprese

Per quanto riguarda le imprese è stata confermata la riduzione del pagamento dei premi Inail nella misura di 1 miliardo di euro nel 2014, di 1,1 md di euro nel 2015 e 1,2 md di euro nel 2016 e le detrazioni Irap legate alle nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Sono state invece riscritte le misure relative alle detrazioni per lavoro dipendente al fine di rendere più consistente l'ammontare delle detrazioni  a favore delle fasce più basse di reddito soprattutto per chi guadagna meno di 30 mila euro lordi, con l'effetto massimo per chi percepisce tra i 15 e i 18 mila euro, con il risultato che chi si trova nella fascia tra i 15mila e i 18mila euro potrà avere uno sgravio medio di 225 euro annui. Secondo una simulazione dell'Ufficio studi Cna - Politiche fiscali, in base al testo originario della legge di stabilità, chi guadagna fino a 15mila euro annui poteva contare su una detrazione di 1.338 euro. Con le modifiche apportate dal Senato l'effetto sale fino 1.570 euro (232 euro annui in più).

 

3. Interventi di carattere sociale e previdenziale

Per ragioni di mancanza di copertura non è stato purtroppo possibile attenuare la riduzione della indicizzazione delle pensioni fino a 6 volte il minimo che pertanto rimangono in vigore nelle quantità indicate nel testo originario della Legge di Stabilità.  L’impegno del Partito Democratico ora alla Camera   resta  quello ( già discusso al Senato ) di portare la rivalutazione al 100% sul costo della vita almeno fino al valore di quattro volte il minimo (cioè circa duemila euro lordi).

 Sono stati invece realizzati altri interventi sociali molto significativi:

 a) l'incremento  a 275 milioni di euro del Fondo per la non autosufficienza e di ulteriori 75 milioni per gli interventi del medesimo Fondo da destinare esclusivamente all’ assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ivi incluse quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA);

b) l'aumento degli indennizzi del danno biologico per una maggiore spesa media annua nel prossimo decennio di 50 milioni di euro che consente di incrementare l'indennizzo del danno biologico di circa il 7%;

c) uno specifico intervento a tutela dei familiari superstiti di lavoratori deceduti per infortunio sul lavoro, prevedendo un miglioramento dei livelli delle rendite , con riferimento alla retribuzione massimale prevista dalla legge;

d) la modifica del contributo di solidarietà sulle pensioni più alte per gli anni 2014-2016 con la rideterminazione delle soglie di importo e delle aliquote  a partire dal quale è dovuto il contributo di solidarietà che risulta pari al 6 % della parte ecce­dente  i 90.000 euro lordi annui , nonché pari al 12% per la parte eccedente i 130.000 euro lordi annui e  pari al 18% per la parte eccedente i 190.000 euro lordi annui;

e) l'incremento di ulteriori 40 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2014-2016, dello stanziamento previsto per la c.d. "carta acquisti" ai fini della progressiva estensione su tutto il territorio nazionale, non ancora coperto, della sperimentazione del programma "Promozione dell'inclusione sociale" finalizzato al contrasto alla povertà;

f) l'esclusione dei periodi di congedo e permessi concessi ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, dalla applicazione delle disposizioni in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici per i soggetti che accedono alla pensione anticipata ad un'età inferiore a 62 anni di età.

 

4. Politiche del lavoro

a) misure a favore dell'occupazione giovanile, prevedendo in particolare:

il finanziamento dell'incentivo per l'assunzione di giovani svantaggiati di cui all'articolo 1 del decreto-legge n. 76 del 2013  mediante risorse rese disponibili dagli atti di riprogrammazione delle risorse del fondo di rotazione già destinate ai programmi operativi cofinanziati con fondi strutturali europei;

la possibilità di erogare anticipazioni sui contributi spettanti a carico del bilancio dell'Unione europea nei limiti delle disponibilità finanziarie a tal fine previste sul fondo di rotazione per la formazione professionale e l'accesso al fondo sociali europeo;

il rafforzamento dei servizi per l’impiego in vista dell’attuazione del programma “ Garanzia Giovani “ dal 1.1.2014;

b)  la proroga per l'anno 2014 del blocco al 27% dell'aliquota contributiva per i titolari di partita IVA iscritti alla gestione separata;

c) un incremento di ulteriori 10 milioni di euro (per un totale di 110 milioni di euro) in favore del Comune e della Provincia di Napoli e del Comune di Palermo per la prosecuzione di lavori socialmente utili, nonché per far fronte alla necessità di destinare risorse ai lavoratori socialmente utili e a lavoratori di pubblica utilità della Regione Calabria;

d) il mantenimento  dell'aliquota contributiva del 4% per la somministrazione di lavoro a cui si aggiunge il versamento dell’1,4% per l’ASPI;

e) l'istituzione presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali di un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro per l'anno 2014 e di 5 milioni per l'anno 2015 ai fini dell'incentivazione di iniziative rivolte alla partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle  imprese e per la diffusione di piani di azionariato rivolti a lavoratori dipendenti;

 

f) la destinazione, nell'ambito delle risorse previste per l'anno 2014 per il finanziamento degli ammortizzatori  sociali in deroga, di una quota delle stesse, pari a 30 milioni di euro per l'anno 2014, per il riconoscimento della cassa integrazione guadagni in deroga per il settore della pesca.

 

5. Il Patto di Stabilità interno ed Enti Locali

La manovra reca una serie di disposizioni relative al comparto degli enti territoriali volti a modificare il Patto di stabilità interno e ad accelerare i pagamenti dei debiti pregressi dovuti nei confronti delle imprese. Le novità introdotte al Senato sono volte ad ampliare le tipologie di spese che possono essere escluse dai vincoli del patto di stabilità interno.

Tra queste misure vanno ricordate:

§  lo sblocco delle spese in conto capitale dai vincoli del patto di stabilità interno per gli enti locali     nella misura di 1 milardo di euro;

§  l'esclusione dal concorso delle Regioni al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica delle risorse da queste destinate all'attuazione di politiche sociali e per le non autosufficienze (clausola di salvaguardia);

§  la riduzione per l'anno 2014 degli obiettivi del patto di stabilità interno dei comuni e delle province, interessati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, individuati con le procedure previste per il patto regionale verticale, nei limiti di 20,5 milioni di euro per gli enti locali dell'Emilia-Romagna e di 2,5 milioni di euro per gli enti locali di ciascuna delle regioni Lombardia e Veneto;

§  per l'anno 2014 il complesso delle spese finali della regione Molise è determinato al netto di quelle effettuate per la ricostruzione e il ripristino dei danni causati dagli eventi sismici dell'ottobre e del novembre 2002: qui l'esclusione opera nei limiti complessivi di 5 milioni di euro per l'anno 2014;

§  per il solo anno 2014, il Comune dell'Aquila è autorizzato, nel limite di spesa di 1,5 milioni di euro per il medesimo anno, anche in deroga alle vigenti normative in materia di vincoli alle assunzioni a tempo determinato presso le amministrazioni pubbliche, e di rispetto del patto di stabilità e di spesa del personale a prorogare o rinnovare entro e non oltre il 31 dicembre 2014 i contratti a tempo determinato, anche per la copertura di incarichi di funzione dirigenziale, stipulati sulla base della normativa emergenziale;

§  con riferimento agli interventi per l'emergenza del novembre 2013 a favore della regione Sardegna non sono assoggettate al patto di stabilità interno le spese effettuate pari a 25,85 milioni di euro

§  le spese concernenti il sostegno alle scuole paritarie il cui finanziamento è attribuito alle regioni, in virtù della competenza amministrativa, relativa ai contributi alle scuole non statali, loro attribuita,  nel limite di 100 milioni di euro per l'anno 2014

§  Viene infine disposta una proroga al 30 luglio 2014 per esercizio associato obbligatorio delle funzioni fondamentali nelle Unioni dei Comuni.

 

6. La tassazione immobiliare (IUC)

Dal lato della tassazione immobiliare, le innovazioni introdotte hanno sostituito  la TRISE con la IUC, l'imposta unica comunale.

La IUC si basa su due presupposti impositivi: uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore e l'altro collegato all'erogazione e alla fruizione di servizi comunali. La IUC, pertanto si compone dell'imposta municipale propria, di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, ( escluse le prime case salvo quelle di maggior pregio) e di una componente riferita ai servizi che si articola su due gambe: la tassa che serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti (TARI) a carico dell'utilizzatore dell'immobile e la tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni (TASI) a carico sia del possessore e dell'utilizzatore dell'immobile.. Per le altre proprietà immobiliari il Comune potrà riscuotere l’imposta relativa ai servizi indivisibili insieme all’IMU, ma la somma tra le due non potrà essere superiore alla cifra prevista applicando l’attuale aliquota massima dell’IMU, ovvero il 10,6 per mille.

La TARI, è la tassa diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani. Il presupposto per la TARI è il possesso  o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Vengono, invece, escluse dalla TARI  le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva. Quanto al soggetto tenuto al pagamento, la TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e che in caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.

Nell’ambito della disciplina relativa alla determinazione della superficie assoggettabile al tributo, sono escluse le aree di formazione dei rifiuti speciali, in via continuativa e prevalente, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori. Analogamente a quanto previsto relativamente alla TARES, nella determinazione della superficie assoggettabile alla TARI non si tiene conto di quella parte di essa ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori.

La tariffa è commisurata all’anno solare, cui corrisponde un'autonoma obbligazione tributaria. Il comune nella commisurazione della tariffa tiene conto dei criteri cui al citato D.P.R., n. 158 del 1999 recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani. In alternativa ai predetti criteri il Comune può avvalersi del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti, nel rispetto del principio “chi inquina paga”, sancito dalla normativa dell'Unione Europea relativa ai rifiuti, e può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte.

La tariffa, che deve assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, deve comprendere anche i costi dello smaltimento dei rifiuti nelle discariche. Sono, invece esclusi i costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori.

Sono previste specifiche ipotesi di riduzioni tariffarie, salva la facoltà, per il consiglio comunale, di deliberare ulteriori riduzioni ed esenzioni. In particolare, nella TARI vengono confermate le riduzioni tipiche già previste in materia di TARES, in particolare può prevedere riduzioni ed esenzioni per abitazioni con unico occupante, abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo, per locali diversi dalle abitazioni, par abitazioni occupate da soggetti che per più di sei mesi all'anno risiedano all'estero, nonché per i fabbricati rurali ad uso abitativo.

Infine, si prevede che comuni che abbiano realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico possano, con proprio regolamento, prevedere l'applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo della TARI.

La TASI è la tassa diretta alla copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni. Il  presupposto impositivo è costituito dal possesso o dalla detenzione di immobili, di aree scoperte nonché di quelle edificabili, a qualsiasi uso adibiti; restano escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali imponibili e le aree comuni condominiali. In presenza di più possessori o detentori, questi sono tenuti in solido all’adempimento, mentre nel caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi, la TASI è dovuta soltanto dal possessore a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e superficie.

La base imponibile della TASI coincide con quella prevista per l’applicazione dell’IMU dall’articolo 13 del decreto-legge n. 201 del 2011, mentre l'aliquota di base viene fissata all’uno per mille e può essere ridotta dal comune fino all’azzeramento.

Allo scopo di non aumentare la pressione fiscale, la variazione dell’aliquota della TASI deve comunque rispettare il vincolo in base al quale la somma delle aliquote della TASI (al netto dell’aliquota base) e dell’IMU per ciascuna tipologia di immobile non sia superiore all’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’IMU (10,6 per mille). Per il solo anno 2014, l’aliquota massima per l’abitazione principale non può eccedere il 2,5 per mille.

Il Comune, con regolamento, può prevedere riduzioni ed esenzioni per abitazioni con unico occupante, abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo, per locali diversi dalle abitazioni, par abitazioni occupate da soggetti che per più di sei mesi all'anno risiedano all'estero, nonché per i fabbricati rurali ad uso abitativo.

In presenza di un soggetto occupante diverso dal titolare del diritto reale sull’immobile, l’occupante è tenuto al pagamento della TASI nei limiti, stabiliti dal comune, compresi tra il 10% e il 30% dell’importo dovuto, mentre la restante parte è dovuta dal titolare del diritto reale.

Per ovviare alle prime proiezioni sugli effetti del tributo TRISE, che lasciavano intravedere un aggravio di imposta per molti cittadini e famiglie, per effetto della mancata previsione di  detrazioni simili a quelle previste per l'IMU, le nuove disposizioni sulla IUC reintroducono, seppure non in via diretta nell'articolato e per il solo anno 2014, riduzioni ed esenzioni  di imposta  per l'abitazione principale e figli a carico. L'applicazione di tali riduzioni ed esenzioni, infatti, è rinviata ai Comuni che potranno avvalersi delle ulteriori risorse, pari a 500 milioni per l'anno 2014, stanziate sul Fondo di solidarietà comunale, per ridurre gli importi della  TASI dovuta sulle abitazioni principali e sulle pertinenze della stessa. Con decreto del Ministro dell'economia saranno stabilite, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, le modalità di ripartizione delle predette somme. Su tale tematica, è ben evidente la necessità di introdurre quanto prima detrazioni a regime a tutela delle famiglie più numerose e degli immobili di valore medio-basso, in assenza delle quali risulterebbero particolarmente penalizzati rispetto alla previgente normativa.

Per effetto dell'introduzione della IUC, il provvedimento prevede una serie di correttivi anche alla disciplina dell'IMU.

In particolare, vengono eliminate a regime le disposizioni che dispongono l’applicazione dell’IMU sull’abitazione principale e relative pertinenze, ad eccezione di quelle appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, ovvero su abitazioni di particolare pregio e valore catastale.

Di particolare importanza le disposizioni che prevedono l'esenzione dall'applicazione dell'IMU per talune tipologie abitative fra le quali: le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale;  i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali; la casa coniugale assegnata al coniuge;  un unico immobile, posseduto, e non concesso in locazione, dal personale in servizio permanente delle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dal personale appartenente alla carriera prefettizia. Si prevede altresì che i comuni possano considerare adibito ad abitazione principale: l'immobile posseduto da anziani o disabili residenti in istituti di cura; l'immobile concesso in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado.

Di notevole importanza anche la  deducibilità dell’IMU relativa agli immobili strumentali nella misura del 30% per il 2014, specificando che l’IMU stessa non è deducibile ai fini dell’IRAP. Modifiche vengono previste anche al fine del computo del gettito IMU nei comuni delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta, nonché delle Province autonome di Trento e di Bolzano, e per posticipare al 2015 l'introduzione della cd. imposta municipale secondaria. Infine, si prevede che -  a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013, il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati situati nello stesso comune nel quale si trova l'abitazione principale, assoggettati all’IMU, concorre alla formazione della base imponibile IRPEF nella misura del cinquanta per cento.

 

7. Le emergenze ambientali e le calamità naturali

Le disposizioni della legge di stabilità 2014 in materia di ambiente e tutela del territorio rappresentano una positiva evoluzione rispetto al passato, in particolare con riferimento al minimo storico delle disponibilità finanziarie raggiunto con le previsioni 2013, pur se le nuove risorse stanziate, in particolare per gli interventi contro il dissesto idrogeologico, siano ancora, purtroppo, insufficienti rispetto alle urgenze della situazione e alla necessità di prevenzione di vere e proprie "catastrofi ambientali"  quali quelle che si sono verificate nelle scorse settimane, a cui, comunque, si è tentato di porre riparo attraverso l'opera emendativa. Oltre alla previsione di risorse per la Sardegna per affrontare i primi interventi per la sicurezza e il ripristino del territorio alluvionato, l'azione del Partito democratico si è concentrata sullo stanziamento di adeguate risorse per altri eventi calamitosi che hanno interessato il territorio nazionale, da fronteggiare attraverso opere di ricostruzione e messa in sicurezza, nonché per sostenere cittadini ed imprese danneggiati. Per quanto riguarda la Sardegna, in Commissione è stato approvato un emendamento del Governo che ha previsto l'attribuzione di risorse pari a oltre 25 milioni di euro per la predisposizione, ad opera del Presidente della Regione in qualità di commissario delegato per l'emergenza, d'intesa con il commissario straordinario per il dissesto idrogeologico, di un piano di interventi urgenti per la sicurezza e il ripristino del territorio alluvionato. Inoltre, con riferimento agli interventi per l'emergenza del novembre 2013 a favore della regione Sardegna, si prevede che  non siano assoggettate al patto di stabilità interno per il 2014 le spese effettuate per 25,85 milioni di euro. Inoltre, per il ripristino della viabilità interrotta o danneggiata per gli eventi di cui al comma 70, il Commissario delegato può avvalersi di ANAS, che provvede in via di anticipazione utilizzando fondi già previsti dalla legge di stabilità.  Infine, per la prosecuzione degli interventi di messa in sicurezza e ripristino del territorio, sono assegnati al CIPE 50 milioni di euro per il 2015 nell'ambito della programmazione nazionale del Fondo sviluppo e coesione.

Per quanto riguarda le altre calamità che hanno colpito il territorio italiano, si è provveduto in primo luogo alla creazione di un fondo finalizzato ad interventi in conto capitale per la ricostruzione e messa in sicurezza del territorio nelle zone interessate da eventi emergenziali per le quali vi sia stato il rientro all'ordinario ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, ovvero vi sarà nel corso del 2014. Si è dunque intervenuti in particolare in favore delle aree colpite dalle alluvioni nei mesi di ottobre e novembre  (Liguria, Marche, Toscana), e lo scorso anno (Marche), per l'autonoma sistemazione dei cittadini di Calabria e Basilicata colpiti dal sisma nell'ottobre 2012, per l'avvio dell'opera di ricostruzione nei territori della Toscana colpiti dal terremoto nel giugno scorso. E' stata poi prevista l'esclusione dal patto di stabilità interno della regione Molise delle spese effettuate per la ricostruzione a seguito del sisma del 2002.

Accanto a questi interventi puntuali, è stato poi previsto un insieme di norme più articolato per permettere di affrontare il complesso delle conseguenze dei terremoti in Abruzzo ed Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

 

8. Agricoltura

Per quanto riguarda il settore agricolo, sono state recepite nel testo della legge di stabilità alcune qualificate proposte avanzate dal Gruppo al Senato. Ne sono state favorite, tra le altre, le imprese dell'agroalimentare, fiore all'occhiello dell'export italiano, grazie alla previsione di risorse ad hoc finalizzate a favorirne l'internazionalizzazione tramite aggregazione, grazie alle quali poter affrontare adeguatamente la concorrenza sui mercati internazionali. Così, a favore del settore ittico, sono state destinate risorse sia per i contratti di sviluppo relativi alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, sia per il riconoscimento della cassa integrazione guadagni per il settore della pesca (30 milioni di euro per il 2014); è stata inoltre prevista l'equiparazione della durata delle concessioni demaniali marittime per pesca, acquacoltura e attività connesse con quella delle attività turistico-ricreative e sportive. Estremamente importante, ancora, la proroga del termine dell’approvazione dei bilanci 2012 per i caseifici delle aree terremotate dell'Emilia Romagna: il differimento del termine infatti permetterà loro di inserire in bilancio il credito connesso alla concessione dei contributi. Sono state poi approvate alcune proposte relative ad AGEA e alle sue funzioni di coordinamento, al finanziamento del potenziamento del servizio fitosanitario nazionale e dei sistemi di monitoraggio e controllo, ed è stata infine prevista l'eliminazione dell'obbligo della comunicazione annuale delle operazioni rilevanti ai fini IVA per i produttori agricoli di piccole dimensioni, riducendo oneri burocratici non motivati.

 

9. Sanità

Le misure introdotte dal Senato in materia sanitaria hanno ad oggetto:

a) la norma sui criteri di idoneità relativi ai medici che possono essere chiamati a operare nel campo delle cure palliative;

b) l'attuazione, da parte delle regioni, in via sperimentale e nel limite di 5 milioni di euro per l'anno 2014, dello screening neonatale per la dia­gnosi precoce di patologie metaboliche ere­ditarie.

c) l'istituzione, nell’ambito del sistema in­formativo realizzato dal Ministero dell’economia e delle finanze,  dell’Anagrafe nazio­nale degli assistiti (ANA) al fine di rafforzare gli interventi in tema di monitoraggio della spesa del settore sanitario;

d) l'autorizzazione di spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2014 per il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale e al potenziamento dei si­stemi di monitoraggio e controllo, ivi com­presi i controlli sulle sementi provenienti da organismi geneticamente modificati.

 

 

10. Giustizia

In considerazione dell'ingente arretrato civile e a supporto dell'attività giudiziaria di smaltimento dell'arretrato viene previsto lo svolgimento di un periodo di perfezionamento da completare entro il 31 dicembre 2014 per quei lavoratori - cd precari della giustizia - che abbiano completato il tirocinio formativo presso il Ministero della Giustizia.

 

Si interviene sulle attuali criticità della disciplina dei beni confiscati alla mafia per dare maggiore efficacia nell’assegnazione e nella destinazione, per fini di utilità sociale, dei beni confiscati alla criminalità organizzata introducendo un tetto massimo al riconoscimento dei diritti di credito vantati da terzi in forza di titoli anteriori al sequestro.

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