di Marino Lizza
Se è sacrosanto, per le cose dette da Morese, cercare la soluzione della crisi a livello dell’Unione, a quale Europa appellarsi? A quella delle cancellerie o a quella di una classe dirigente consapevole e responsabile? Vista la latitanza della seconda, temo alla prima, che, purtroppo, non ha dato gran prova di sé! L’Europa mostra di essere una glaciale democrazia assoluta, in cui ai governanti eletti è lasciata carta bianca, e ciò per affrontare un problema sistemico del nostro modello di sviluppo. L’assenza di un serio dibattito trasnazionale tra le parti sociali europee a tutela del benessere dei cittadini e per il rilancio della competitività delle imprese è incomprensibile.
Ci si agita parecchio su aspetti tecnico-finanziari (eurobond, fluttuazioni dello spread, rating dei debiti), ma si ignorano gli sconquassi sociali e produttivi di Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo ed Italia. Non si discute sul futuro economico del continente: investimenti infrastrutturali transeuropei, smart specializations, metadistretti della ricerca, libera circolazione delle competenze (e non solo dei capitali). Un’iniziativa dei sindacati europei al fianco di quelli greci - per allargare il perimetro della discussione, non per lanciare pietre - avrebbe un’eccezionale forza di collante sociale (oltre ad impensierire chi specula sul ritorno alla Dracma). Un progetto straordinario per coordinare ricerca e sviluppo dell’industria europea e/o iniziative sui mercati extra EU genererebbe nuova vitalità per il sistema produttivo continentale. Ma si dovrebbe iniziare almeno a discutere. L’assenza d’iniziativa delle parti sociali europee indebolisce ulteriormente chi fatica ad avere rappresentanza, chi non è tutelato da lobbies, chi non vive di rendita, con il risultato di scavare ulteriormente il solco tra i privilegiati e chi non ce la fa. Come se ne esce? Se accettiamo la glaciale democrazia assoluta, almeno dovremo selezionare leaders con visione strategica. Le cancellerie d’Europa attendono l’iniziativa tedesca. Da duecento anni a questa parte, i teutonici disegnano l’assetto del continente, garantendo una Germania forte all’interno di un continente forte: Metternich e Bismark da posizioni di forza, Adenauer e Kohl da posizioni più ardue. Tuttavia, visto chi regna oltre il Reno, Monsieur Hollande non si attende regali, e dovrà innovare rispetto al gioco di sponda da due secoli proprio dei francesi. Se invece vogliamo smettere di collezionare delusioni dai vari Eurosummit e G2-G8-G20, occorre rimboccarsi le maniche e svincolarsi da posizioni corporativistiche. Per la rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese è suonato l’ultimo giro.